I paesi albanesi in Calabria sono un patrimonio d’identità tutte da scoprire. A circa 10 km dal nostro B&B, nel panorama dell’offerta turistica con alta valenza culturale, paesaggistica e gastronomica puoi visitare San Cosmo Albanese.
San Cosmo Albanese: Storia di uno dei paesi albanesi in Calabria.
Fondato nel 1400 da molti nuclei di profughi provenienti dall’ Albania e stabilitisi nei pressi del Monastero dei SS Cosma e Damiano. Il cenobio, fu fondato dai discepoli di San Nilo da Rossano e dipendeva da quello di Sant’Adriano situato nel vicino territorio di San Demetrio Corone.

I Santi Cosma e Damiano, furono due medici romani, fratelli gemelli. Praticarono la professione di guaritori e non vollero mai denaro o beni in cambio delle cure, per questo furono soprannominati Anargyroi (dal greco antico Ἀνάργυροι, “senza argento” o “Santi non mercenari”).
Nei territori di queste abbazie, di rito greco-bizantino i profughi ricevettero accoglienza spirituale e materiale. Alcuni monasteri concedettero agli albanesi appezzamenti di terra che, coltivati a ulivo, servirono a dare lavoro e ricchezza. La coltivazione e trasformazione dell’olivo rimane ancora oggi una delle attività economiche principali. E il borgo si circonda di colline ricche di alberi d’ulivo secolari, impiantati proprio in quei tempi. E così che i sancosmitani erano detti valamìrë per l’abbondanza e la qualità dell’olio d’oliva.
Paesi albanesi in Calabria: scopri il borgo del poeta Serembe.
Piccolo centro abitato che fa da petalo al fiore delle comunità dei paesi albanesi in Calabria affacciate sulla Piana di Sibari, San Cosmo Albanese è un luogo dove nonostante lo scorrere del tempo la popolazione vive di memoria identitaria. Ancora, qui sopravvivono lingua, cultura e culto.

Leggere la storia e gli accadimenti che narrano un luogo è sempre interessante e utile per ben capire quello che ancora oggi forgia l’identità stessa. Ma…spesso risulta più leggero riuscire a viaggiare con l’immaginazione e scoprire le gesta di uomini e donne che hanno fatto la storia camminando laddove i fatti accaddero. Questo è il motivo perchè ho deciso di percorrere l’interessante itinerario che attraversa il borgo di San Cosmo Albanese: il Cammino Serembiano.
Nel borgo italo-albanese tante furono le personalità di spicco nel mondo della letteratura, della politica e nella società civile. Tra questi qui ancora oggi si tiene memoria della figura del poeta Giuseppe Serembe, ritenuto uno dei massimi esponenti della letteratura albanese.
La sua poesia oggi, è un sentiero che attraversa le vie del borgo e racconta di lui, del popolo e della storia.
Cammino Serembiano: le tappe.
Siamo nell’800 nel pieno delle vicende risorgimentali. Giuseppe Serembe ne fu partecipe con pensiero e gesta. Un poeta dallo spirito trepidante e patriottico e dalla vita errabonda che conosce la miseria e attraversa due volte le Americhe, fino alla morte, probabilmente per stenti, in una piazza del mercato a San Paolo del Brasile.

Il percorso è stato ideato dallo “Sportello linguistico” del Comune, proprio per omaggiare il poeta e rievocarne le sue opere. Quindici sono le tappe che in versi ci portano per le vie del borgo.
Nella mia passeggiata sono stata accompagnata da Annunziata, operatrice competente che mi ha illustrato le tappe con tutta la “passione” e l’amore che la legano al suo paese.
- Tappa n°1- Al santuario, difronte al paese.
E’ lungo la strada che lo conduceva all’imbarco per “La Partenza” che il poeta di gira a guardare il suo paese. Il poeta nutrì sempre un forte attaccamento al paese natio ed esprime in versi il suo stato d’animo triste e nostalgico.

- Tappa n° 2-Il belvedere Gropezit.
La prima gjitonia che si incontra salendo dal Santuario.

Via Pietro Scini, incontriamo la prima gjitonia, letteralmente il “vicinato” è quell’unità fisica, sociale e simbolica delle comunità Arbëreshë, luogo di trasmissione del sapere tradizionale. Nei paesi albanesi in Calabria, le gjitonie sono degli scrigni preziosi da scoprire. Per il poeta questo è il luogo della meditazione. Dal belvedere egli osserva il paese e vola con la fantasia anche durante le tenebre e il silenzio della notte.
- Tappa n° 3- Il belvedere e la seconda gjitonia.
Qui dove si diramano i vicoli, il giorno si incrociano le vite, e si osserva lo scorrere del tempo perchè luogo di convivialità del vicinato, il poeta nella notte “Inquieto e solitario i vicoli percorro senza meta“.
- Tappa n°4-Imbocco del sottopasso.
Siamo lungo i vicoli del centro storico e tra antichi palazzi nobiliari e umili dimore, si intravede un antico sottopasso. Qui il poeta richiama il pessimismo Leopardiano e paragona la sua vita a quella del passero solitario. Il buio del sottopasso lascia lo spazio alla luce della speranza dell’arrivo dell’amata.
- Tappa n°5- La vista sul bosco comunale Pileri.
Sempre tormentato dall’inquietudine il poeta s’inoltra nel bosco sperando di incontrare la sua amata ma non la trova e sconfortato si abbandona alle sue fantasticherie. I versi composti raccontano della sua passeggiata nel bosco Pileri, le sue emozioni e i suoi desideri.
- Tappa n° 6- La vista sul torrente Sabatino.
Il torrente Sabatino le cui acque discendevano dalle montagne di Acri, era luogo di convivialità e di attività contadine. Le donne andavano a lavare al fiume, a portare il grano nei mulini, mentre gli uomini erano dediti ai lavori più pesanti e alla coltivazione delle terre adiacenti all’alveo. Attraverso un ponticello, il torrente conduceva sulle sponde nei pressi di Vaccarizzo Albanese. Qui sul punto di partire per il Brasile, il poeta passeggiando per il paese sente il canto delle ragazze che lavano al torrente Sabatino e scrive dei versi molto accorati e le invita a godere del breve periodo di gioia che è loro concesso.
- Tappa n° 7- Vista sulla fontana di Don Angelo.
La natura maestra di vita e le antiche credenze popolari ispirano il poeta, che ascoltando il verso del cuculo appollaiato sulla quercia sopra la fontana detta di don Angelo, dirimpetto al paese, sulla via per Vaccarizzo, declama i versi in cui chiede al cuculo quanti anni gli restano da vivere.
- Tappa n° 8-Palazzo Vinacci.
Lungo il corso della parte più alta del centro storico, incontriamo Palazzo Vinacci. Qui il pannello in lamiera riporta i versi dedicati allo zio del poeta, il notaio Vincenzo Vinacci. Da qui, volgendo lo sguardo verso la montagna si intravede Serra Crista di Acri, dove, in contrada Motër Mara, lo zio fu ucciso dai briganti.

Lo zio Vincenzo Vinacci, unico sostegno della famiglia del poeta dopo la prematura morte del padre, fu ucciso dai briganti mentre lavorava in un podere situato nel pendio di questa montagna. Agli occhi
di Giuseppe Serembe questa sciagura, che segnerà il definitivo tracollo economico della sua famiglia
ormai ridotta in miseria, si trasfigura nella tempesta che scende distruttrice dalla montagna
spazzando via ogni cosa.
- Tappa n° 9-Via Gramsci
Dalla collina ove sorge il paese l’orizzonte si apre dalla catena montuosa del Pollino al mare Jonio. L’alba e il tramonto si rincorrono così come sole e luna. Il poeta osserva i fenomeni atmosferici da un ponte che unisce due case di fronte al palazzo di Nicola Tocci. Il panorama che si inquadra è una suggestiva cartolina. In certi giorni sole e luna sembrano rincorrersi in cielo come amanti infelici.

- Tappa n° 10-Belvedere Piazza I Maggio
Da questo belvedere la vista spazia sul porto di Corigliano. Il poeta è assalito dalla nostalgia per il suo paese e per la sua amata, nel mentre guardando verso il porto scorge la nave che ha attraccato a Schiavonea. È ora di partire per un viaggio che lo porterà lontano dal paese, ma soprattutto dalla ragazza che ama, il cui ricordo però porterà sempre con sé.
- Tappa n°11- Lato Sud della casa natia
In un vicolo nascosto della sua casa natia, il poeta aveva “costruito” il suo angolo di Paradiso. Era l’orto il luogo prescelto dal poeta per le sue fantasticherie, dove, adagiato su una seggiola, tra i fiori e il verde, egli immagina l’arrivo della ragazza amata, purtroppo morta da tempo.
- Tappa n° 12-La sua casa natia
Oggi in via Serembe si trova la casa del poeta laddove nella solitudine delle mura domestiche cercava la cura del suo dolore affidandosi alla fantasia.
- Tappa n° 13-Palazzo De Rada
Tra i vicoli e i diversi palazzi nobiliari spicca palazzo De Rada sede dell’omonima Fondazione, ospita il Museo delle icone e la Biblioteca civica, con testi rari delle opere del grande poeta arbereshe Gerolamo De Rada. Posto difronte il Santuario, da qui Serembe descrive il primo incontro con la ragazza nel momento in cui lei entrava in chiesa.
- Tappa n° 14-Belvedere Via della Pace con vista sul Pollino e il mare Jonio
All’aurora di un giorno d’estate il poeta era già in giro per il paese. I paesani che a quell’ora si preparavano per andare a lavorare nei campi lo videro in questo punto contemplare come in estasi il mare e poi lo udirono declamare in versi la bellezza dell’alba.
- Tappa n°15-Sheshi – Via De Rada

In vari versi il poeta accenna alla casa della ragazza amata che pare trovarsi nello sheshi di Via De Rada. Nella toponomastica di San Cosmo Albanese la denominazione di sheshi (spiazzo) si è conservata solo in questo luogo. Qui termina il cammino e troviamo l’ultimo pannello di fronte alla casa della ragazza amata dal poeta.
Percorrendo il borgo si incontrano altri pannelli che riportano i versi del poeta, in particolare in Piazza della Libertà nei pressi della sede Municipale troviamo il mezzo busto di Giuseppe Serembe e la mappa dell’intero cammino.